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Glossario
Glossario
L’abecedario indispensabile per parlare della rete e nella rete.
Account
È il profilo di un utente su un sito web o su un software comprensivo dei dati, delle funzionalità e degli strumenti disponibili per tale utente.
Adultescenza
Si tratta di un neologismo applicato a tutti coloro che, pur avendo raggiunto biologicamente l’età adulta, presentano un’identità con tratti adolescenziali. Il termine indica una complessa serie di fenomeni psicologici, antropologici, sociologici e i loro risvolti giuridici, che riguardano oggi un numero crescente di adulti e contesti familiari nei Paesi sviluppati. Nella cultura anglosassone sono stati definiti kidult, ovvero bambini (kid) – adulti (adult); il termine cominciò a circolare negli Stati Uniti già negli anni Ottanta, quando si diffondevano i primi articoli scientifici sulla cosiddetta “Sindrome di Peter Pan” e, nel 1983, veniva pubblicato l’omonimo libro di Dan Kiley. Gli psicologi francesi li hanno chiamati adulescent (contrazione dei termini adulte e adolescent).
Alfabetizzazione digitale (Digital Literacy)
Capacità di utilizzare i nuovi media e le nuove tecnologie per partecipare attivamente ad una società sempre più digitalizzata. Le competenze digitali presuppongono una solida consapevolezza delle TSI (Tecnologie della Società dell’Informazione), che possono rappresentare un’occasione per sostenere la creatività e l’innovazione. Una “coscienza digitale” consente di comprendere i potenziali rischi di internet e le problematiche legate alla validità e all’affidabilità delle informazioni disponibili. Alfabetizzazione digitale non significa dunque semplicemente saper utilizzare un tablet ma fornire strumenti per educare studenti, docenti e genitori alla comprensione e utilizzazione della rete in maniera consapevole e sicura.
Algoritmo
È un procedimento per risolvere un problema mediante un numero finito di operazioni matematiche.
App
Abbreviazione di applicazione in campo informatico indicante un programma / software specifico. Si possono distinguere 3 differenti tipologie:
- Desktop App: App installate su computer, tendenzialmente più semplici da utilizzare e più sicure perché si devono scaricare dallo store (negozio) e non si possono prendere dal web. Funzionano con l’interfaccia classico del computer con cursore.
- Mobile App: sono le app che si trovano in smartphone e tablet, permettono ai dispositivi mobili di fare innumerevoli attività: navigare in internet, fare foto, controllare la posta, ascoltare musica.
- Web App: sono app che funzionano tramite browser e sono uguali per ogni sistema operativo. Funzionano solo con una connessione a internet.
Avatar
La rappresentazione grafica di un visitatore/utente di un sito internet.
Banner
Striscia pubblicitaria posta su un sito Web, generalmente posizionata in testa alle pagine e di formato stretto e lungo. Il banner riporta, in genere, nome, logo o immagine dell’azienda inserzionista o di un suo prodotto: cliccando sul banner l’utente arriva sul sito pubblicizzato. Obiettivo del banner è di generare visite (click through), ma può anche risultare utile in termini di “brand awareness” (capacità dei consumatori di riconoscere un marchio e di associarlo correttamente a un prodotto, a una linea di prodotti o a un’impresa).
Blastare
“To blast” significa distruggere, annientare. Il termine “blastare” è stato inizialmente adottato soltanto nel mondo dei videogiochi. Nei social network questo termine viene utilizzato per indicare una figuraccia plateale: “blastare” significa rispondere a qualcuno (che ha affermato qualcosa di assurdo, insensato o semplicemente superficiale) in modo così cinico e diretto da farlo tacere o fargli fare una figuraccia pubblica. Il “blastato” è chi riceve la risposta al vetriolo.
Blog
Nasce come diario online ed è un tipo particolare di sito web non istituzionale i cui contenuti sono pubblicati generalmente da un solo utente sotto forma di articoli e possono essere letti e commentati da terzi. Si distingue per il linguaggio informale, la componente interattiva e la frequenza di aggiornamento.
Body shaming
Significa letteralmente “far vergognare” qualcuno per le sue caratteristiche fisiche, criticando o comunque facendo riferimento a questioni come, per esempio, il peso o l’altezza. Si tratta quindi di deridere qualcuno per il suo aspetto fisico ed è una pratica che colpisce sia uomini che donne di ogni età, anche se gli adolescenti tendono a essere un pubblico particolarmente vulnerabile dinanzi a queste forme di violenza psicologica, specie in Rete. Il body shaming può essere visto anche come una forma di bullismo, dato che può comportare in alcuni casi delle pesanti conseguenze a livello psicologico per le vittime che sentono di non riuscire ad adeguarsi agli irrealistici standard di bellezza imposti dalla società e dai mass media.
Browser o web browser
Particolare software che consente di recuperare, presentare e navigare determinate risorse sul web, come pagine, immagini, video, canzoni o altri tipi di contenuti, identificandole attraverso un appropriato URL. Per consentire agli utenti fruitori del browser di navigare più facilmente verso altre risorse correlate, ogni risorsa esistente nel web presenta, di solito, uno o più opportuni link. Sebbene i browser siano destinati principalmente all’utilizzo del web, possono anche essere utilizzati per altri scopi ben diversi, come accedere alle informazioni fornite dai server web su una rete locale o a vedere dei file in un file system. Tipici esempi di browser sono Google Chrome, Internet Explorer, Mozilla Firefox, Microsoft Edge, Safari, Opera, Maxthon e Vivaldi. Lo scopo principale di un browser è quello di recuperare un insieme di risorse consentendo poi di visualizzare determinate informazioni collegate, a loro volta, ad altre informazioni. Per fare questo l’utente in genere utilizza un indirizzo sotto forma di URL, inserendolo nella relativa barra degli indirizzi del browser in uso. Di solito, però, il browser viene utilizzato per lo più attraverso un motore di ricerca, tipo Google, che in base ad una o più parole chiave permette di restituire un certo insieme di risultati.
Bufala (fake news)
Affermazione falsa o inverosimile.. Si definisce anche “bufala mediatica”, quando la falsa notizia viene diffusa e amplificata dai mass media, intenzionalmente oppure involontariamente, a causa delle insufficienti verifiche sulle fonti della notizia.
Catfish (pishing)
Letteralmente significa “pesce gatto”. Nel mondo dei social con questo termine si indica una persona che costruisce in rete un proprio profilo fingendo di essere un’altra persona, prendendo un nome falso per burlare o truffare qualcuno o assumendo il nome di un altro utente e pubblicando come proprie le fotografie di questo, al fine di instaurare in rete rapporti amicali (a volte anche sentimentali) con una falsa identità.
Chat
Comunicazione online interattiva tra due o più persone sul web. Consente di “parlare” in tempo reale con altre persone in una chat room, normalmente digitando messaggi o tramite protocollo video o vocale.
Chat room
Area online in cui diverse persone possono comunicare tra loro in tempo reale.
Chiocciola (@)
Il segno @, presente come separatore negli indirizzi di posta elettronica, detto anche “a commerciale” sulla scorta dell’uso anglo-americano di commercial at, per riferimento all’ambito in cui è stata a lungo impiegata, è indicato nell’italiano comune dalla voce chiocciola. L’uso e il significato di @ (chiocciola) indipendentemente dal contesto si può tradurre in “presso” (se si fa riferimento ad un luogo). In riferimento a persone invece vi è una distinzione dell’uso che se ne fa su Facebook e su Twitter. Su Facebook quando si antepone il segno della chiocciola a un nome vuol dire che si sta menzionando quella persona (es. Ci stiamo divertendo molto @Marco significa che si è con Marco e che ci si sta divertendo). Se si sta usando Facebook e si inserisce il segno della chiocciolina e subito attaccato (senza lasciare spazi) si scrive il nome, Facebook riconosce che si vuole menzionare qualcuno e suggerisce in una lista tutte le persone che iniziano con la prima lettera che si è digitata (in questo caso la chiocciolina sparirà ma rimarrà solo il nome che si è scritto). La chiocciolina invece rimane presente e visibile se si sta menzionando una persona che non è iscritta su Facebook, in quanto il sistema non la troverà tra i contatti. La logica di Twitter è più o meno la stessa di Facebook ma con la differenza che se si inserisce la chiocciola e subito dopo il nome di una persona presente su Twitter (anche se non rientra nelle proprie “amicizie”), la chiocciolina rimarrà visibile e renderà “cliccabile” il nome di quella persona. Cliccando sul nome si vedrà il profilo di quella persona. Lo scopo è lo stesso di Facebook: se si mette la chiocciolina e poi il nome vuol dire che la si sta menzionando in quel discorso.
Cittadinanza digitale
Insieme di norme per un comportamento appropriato e responsabile riguardo l’uso delle tecnologie. Parlare di un uso sicuro e positivo delle tecnologie digitali significa:
- Riconoscimento dell’insieme di diritti che ogni persona possiede quando accede o utilizza determinati strumenti e il cui rispetto rende l’utilizzo di questi ultimi un’esperienza positiva e sicura;
- Assunzione di responsabilità, rispetto e promozione dei propri e altrui diritti, dove è tuttavia importante evidenziare la possibilità che il ragazzo o la ragazza ha di “ritirarsi” da certe responsabilità, quando queste vengano percepite come troppo complesse o poco gestibili;
- Affermazione della propria identità: per i ragazzi e le ragazze, in particolar modo preadolescenti, questo desiderio di appartenenza è particolarmente sviluppato e non è limitato soltanto al proprio gruppo di pari. I bambini e gli adolescenti hanno l’abilità di legarsi e di identificarsi con gruppi e comunità sempre più ampie.
Click
L’attività di premere un tasto di navigazione o l’enter della tastiera su una unità pubblicitaria o sito web. Un “’click” può indicare numerosi concetti:
- Click-stream: percorso elettronico che un utente fa navigando da un sito all’altro e da una pagina all’altra all’interno di un sito.
- Click through: misurazione dei clic di un utente su un link che reindirizza l’utente verso un’altra destinazione web.
- Click within: Concetto simile al click down o click. Più comunemente, si parla di click-within per descrivere dei messaggi pubblicitari che consentono all’utente di ridurre l’annuncio e cliccare, restando nel messaggio, senza lasciare il sito in cui si sta navigando.
- Click fraud: tipo di reato che si verifica quando una persona, uno script automatico o un programma imitano il comportamento di un utente reale che, in ambienti di pay-per-click, clicca su un messaggio generando un costo senza avere reale interesse nel link pubblicitario.
- Click rate: rapporto fra il numero di clic e quello di impression.
- Clickstream data: la registrazione dei clic di un utente che naviga nel web. Quando l’utente clicca su un punto della pagina, la sua azione viene registrata su un client o su un server web, come anche sul browser o su server di advertising. L’analisi dei dati del clickstream può essere utilizzata per creare un profilo utente che aumenti la capacità di previsione di quali persone visitano il sito di una compagnia o acquisteranno su un sito di e – commerce.
Clickbait
Significa letteralmente «esche da click». Originariamente, nella cultura della Rete, fare click baiting rimandava più genericamente alla possibilità di inserire in una pagina web un hyperlink che spingesse naturalmente l’utente a cliccarlo: quasi sempre si trattava di un link che conduceva a un form o tramite cui era richiesto un pagamento prima di poter visualizzare il contenuto vero e proprio. Il termine indica un contenuto web la cui principale funzione è di attirare il maggior numero possibile d’internauti, per generare rendite pubblicitarie online.
Cloud
In inglese significa letteralmente “nuvola”: è una parola usata in informatica per indicare una “nuvola” di dati e servizi sempre accessibile se si possiede una connessione, da qualsiasi dispositivo ed in qualsiasi luogo. Quando si dice salvare i dati nel cloud si intende salvare i dati in server (potenti e capienti computer) che sono sempre accessibili tramite connessione Internet. Anche senza saperlo, quotidianamente ogni persona utilizza il cloud quando naviga ed usa Internet. Ad esempio, quando si effettua una ricerca su Google, in realtà ci si sta appoggiando al cloud. Quando si usano servizi di email come Gmail o Yahoo! Mail o Outlook.com, si sta usando il cloud. Numerosi servizi come Facebook, Apple, YouTube, Pandora, Netflix usano il cloud per mostrare quello che serve quando viene richiesto (es. i propri post e il proprio profilo, le fotografie e i video). Grazie al cloud, le persone e le aziende possono accedere a programmi e servizi tramite Internet che altrimenti richiederebbero ingenti risorse per funzionare.
Comunità virtuale
Rete di individui che interagiscono attraverso specifici social media, potenzialmente attraversando confini geografici e politici, al fine di perseguire interessi o obiettivi comuni. Alcune delle comunità virtuali più diffuse sono le comunità online che operano in servizi di social networking. Una definizione di riferimento è quella data dalla studiosa americana Ann Beamish, secondo la quale comunità virtuale è un gruppo di persone caratterizzato da un mezzo di comunicazione elettronico condiviso dai partecipanti, dall’informazione comunitaria, dalla discussione su temi precisi e dall’irrilevanza della locazione geografica dei partecipanti. Questa definizione evidenzia l’aspetto tecnico, trascurando ciò che permette di parlare di comunità, piuttosto che di aggregato: il senso di appartenenza, un corpo di valori e un sistema organizzativo condivisi. Al contrario, Howard Rheingold analizza le comunità virtuali da un punto di vista sociologico, mettendo al centro del suo studio la comunione che lega i gruppi telematici. Lo studioso americano attribuisce alle comunità virtuali tre tipi di beni collettivi, che ne costituiscono il patrimonio sociale: il capitale sociale di rete (la capacità di essere accolti nei luoghi del ciberspazio), il capitale di conoscenze (il patrimonio di competenze, abilità e saperi messi in comune) e la comunione sociale (il senso di prossimità e condivisione che permea le comunità virtuali). Altri autori hanno messo in dubbio il valore sociale dei gruppi di relazione che s’incontrano in un contesto non territoriale, Internet, mediante l’interfaccia del computer (con tutte le conseguenze comunicazionali che tale mediazione porta con sé), pertanto le comunità virtuali hanno incontrato da più parti reticenze nel loro riconoscimento come forme di socialità reale. L’idea di comunità virtuale è stata contrapposta ai rapporti faccia a faccia, come loro antitesi, e accusata di mettere in pericolo l’identità personale e i rapporti sociali.
Cyberbullismo
Forma di prevaricazione volta a danneggiare una persona o un gruppo, sistematica e attuata attraverso l’utilizzo delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC), come e-mail, telefono, blog, chat. Gli atti di molestia possono essere psicologici e/o fisici, sono reiterati nel tempo e perpetrati da una persona o da un gruppo di persone “più potenti” nei confronti di un’altra persona percepita come “più debole”. Le caratteristiche di questa condotta sono: l’intenzionalità, la persistenza nel tempo, l’asimmetria relazionale e la natura sociale del fenomeno. Un prerequisito fondamentale per l’identificazione di tale problematica è la percezione da parte del soggetto vittima dello stesso di una forma di abuso da parte di terzi, questo per distinguere il bullismo da una situazione di conflitto. Le modalità di aggressione possono essere differenti:
- Flaming: utilizzo di messaggi online violenti e volgari.
- Harassment: invio ripetuto di messaggi offensivi.
- Denigration: utilizzo del pettegolezzo per danneggiare la reputazione di un soggetto utilizzando e-mail, messaggistica istantanea, gruppi su social network ecc.
- Impersonation: utilizzo di una falsa identità (sostituzione di persona) per inviare messaggi o pubblicare testi offensivi.
- Trickery: pubblicazione o condivisione via mezzi elettronici di informazioni confidenziali ottenute carpendo con l’inganno la fiducia di un soggetto.
- Exclusion: esclusione deliberata di un soggetto da un gruppo online per provocare in esso un sentimento di emarginazione.
- Cyberstalking: azioni ripetute di molestia e denigrazione mirate a incutere paura.
Computer-addiction
Utilizzo del computer per giochi virtuali, soprattutto giochi di ruolo, in cui il soggetto può costruirsi un’identità fittizia. Il soggetto può avere un’identità parallela: o esprimersi liberamente per ciò che è, grazie all’anonimato, oppure “indossare”, proprio come una maschera, delle nuove identità.
Cyber-relational addiction
Tendenza a instaurare relazioni amicali e amorose sul Web. Questo causa l’idealizzazione delle persone ed una progressiva perdita del contatto con la realtà per abbandonarsi ad una dimensione amorosa o amicale virtuale. Sono spesso utilizzati siti di incontri, le chat e i newsgroup.
Cybersexual- addiction
Uso compulsivo di siti pornografici o comunque dedicati al sesso virtuale. Le principali attività sono flirtare e instaurare relazioni amorose, ma non sempre si tramutano in conoscenze e relazioni reali.
Dark web
Espressione con cui ci si riferisce ai contenuti criptati e non liberamente accessibili collocati nelle darknet, reti oscure e parallele accessibili solo tramite configurazioni specifiche e specifiche autorizzazioni d’accesso. Il web oscuro è quindi quella piccola porzione (un sottoinsieme) di deep web, intenzionalmente nascosta e non accessibile tramite browser/motori di ricerca tradizionali (come per esempio Firefox e Chrome), ma solo attraverso l’utilizzo di software per la comunicazione anonima come TOR (acronimo di The onion router). Questo software oltre a permettere l’accesso ai contenuti nascosti, consente anche di navigare in completo anonimato perché rende impossibile identificare l’indirizzo IP di ogni utente.
Deep web
Insieme dei contenuti non indicizzati dai normali motori di ricerca (Google) e quindi non facilmente accessibili se non attraverso link diretti o con motori di ricerca specifici. I contenuti del deep web sono per lo più costituiti da file riservati e da documenti crittografati.
Digitale
Deriva dal termine anglosassone “digit” che significa “cifra”. Si tratta del codice binario, ovvero un sistema numerico che contiene solo i numeri 0 e 1, che a sua volta deriva dal latino digitus, che significa “dito”: con le dita infatti si contano i numeri. Un determinato insieme di informazioni viene rappresentato in forma digitale come sequenza di numeri presi da un insieme di valori discreti, ovvero appartenenti a uno stesso insieme ben definito e circoscritto. Attualmente “digitale” può essere considerato come sinonimo di “numerico”, e si contrappone invece alla forma di rappresentazione dell’informazione detta analogica, che non è analizzabile entro un insieme finito di elementi (informazione non numerabile).
Dipendenza da internet
Utilizzo eccessivo e incontrollato di Internet che, al pari di altri comportamenti patologici/dipendenze, può causare o essere associato a isolamento sociale, sintomi da astinenza, problematiche a livello scolastico e “craving” (irrefrenabile voglia di utilizzo della Rete).
Doppio tap
Letteralmente “doppio tocco”, è un gesto conosciuto bene dagli utilizzatori di Instagram e serve ad esprimere il proprio apprezzamento su un’immagine.
Echochamber (filter bubble)
Spazio visibile che appare sui social media, quindi, ad esempio, sulla bacheca di Facebook. In questo caso ciò che viene messo sotto gli occhi è il prodotto delle proprie interazioni social. Esso è determinato praticamente dalle azioni, preferenze, amicizie riconosciute dal network, in base alle quali costruire la tua bacheca. È un fenomeno tipico dei social media che facilita l’interazione con contenuti compatibili ai propri interessi calcolati da algoritmi. Quanto avviene nell’echo-chamber è un processo di accelerazione nella scelta di ciò che interessa all’utente. Se un social media è, soprattutto, una piattaforma di informazione, gli utenti recepiscono sulla propria bacheca contenuti coerenti con le loro azioni sul social e vedono, quindi, ciò che già hanno pensato e condiviso. Le echo-chamber finiscono per sopprimere la possibilità che un utente entri in contatto con contenuti estranei al suo interesse.
Sito web fondato nel febbraio 2004 da Mark Zuckerberg e Dustin Moskowitz. Nato come rete di interrelazione fra studenti universitari statunitensi, ha gradualmente esteso la sua utenza all’intera rete telematica ed è divenuto il principale social network presente in Internet. In ragione delle sue numerose applicazioni (chat, condivisione di file, video, foto), il sito conta un crescente numero di registrazioni.
Fact checking
Nasce all’interno dei giornali come una funzione editoriale di controllo circa la verità e attendibilità degli articoli. Il fact-checker è colui che deve controllare il materiale originale a cui l’autore ha attinto. Negli ultimi anni quella del fact-checking è diventata un’attività indipendente dalle redazioni. Questo cambiamento è dovuto in gran parte alle nuove tecnologie e alla diffusione di internet, che ha reso più accessibile la verifica delle fonti. Questa nuova dimensione del controllo è il cosiddetto fact-checking collaborativo on-line, per cui squadre di bloggers, giornalisti e, in alcuni casi, ricercatori universitari, controllano la veridicità delle dichiarazioni che vengono avanzate nel dibattito pubblico.
Fake news (Misinformazione e Information Disorder)
Informazioni inventate, ingannevoli e distorte, diffuse sui mezzi di informazione. L’intento delle fake news è quello di disinformare e manipolare il lettore. Fino all’avvento dei nuovi mezzi di comunicazione e dei social media le Fake news avevano una diffusione più lenta rispetto ad oggi.
Fanboy e Fangirl
Parola di origine inglese (abbreviazione di “fanatic”) con cui si indica un individuo che ha una passione, un interesse o ammirazione verso particolari forme di arte o tematiche. I fan spesso si organizzano in gruppi più o meno formali noti come fan club. Il substrato culturale che lega la comunità dei fan nel suo complesso è invece detto fandom.
Feed, news feed, web feed o flussi
File di testo che, con linguaggio informatico, aggiornano l’utente quando un determinato contenuto online è stato pubblicato. In sostanza, quando un autore pubblica un nuovo articolo sul blog, si verrà avvisati grazie ad una semplice sottoscrizione. Il news feed è lo spazio della home di Facebook in cui compaiono i post degli utenti amici, delle pagine a cui si è messo “mi piace”, dei gruppi a cui si è iscritto. In generale, è la sezione in cui compaiono le novità relative all’attività dei propri contatti e persino le inserzioni a pagamento. Il news feed è dunque la sezione più “vissuta” di Facebook, quella che si controlla molteplici volte al giorno e che stimola ad interagire con i contenuti.
Filter bubble (echo chamber)
Letteralmente “bolle di filtraggio”, espressione che fa riferimento a una condizione di isolamento intellettuale che sarebbe conseguenza, oggi, dell’utilizzo di sistemi algoritmici in grado di filtrare le informazioni a disposizione degli utenti a partire dalle preferenze espresse in precedenza, dalle azioni già compiute in Rete. La prima teorizzazione risale al 2010, quando un attivista della Rete, Eli Pariser, definì filter bubble come un ecosistema personalizzato dell’informazione creato dagli algoritmi. I giganti del digitale filtrano le informazioni e i contenuti proposti ai propri utenti per fare in modo che risultino quanto più possibile personalizzati e in linea con gli interessi individuali, tanto che non esiste una sola Internet ma esistono, in realtà, potenzialmente infinite versioni del web che corrispondono a gusti, opinioni, interessi dei singoli utenti. Un’espressione che spesso viene utilizzata come sinonimo di filter bubble è quella di echo chamber (o camere dell’eco), che era riferita originariamente ai media tradizionali come televisioni e giornali dal momento che questi, specie in un paese di editori spuri come l’Italia, raccoglievano già attorno a loro comunità di persone con una certa propensione politico-ideologica, finendo per creare di fatto, come fanno oggi gli ambienti digitali, delle bolle uniformi e quasi impenetrabili di pensiero. La differenza tra allora e ora è che i meccanismi grazie a cui si vengono a formare le filter bubble sono, oggi, molto meno evidenti. Se chi acquistava, e chi acquista ancora oggi, un giornale aveva ben chiara l’area politica o l’immaginario di riferimento, non tutti gli internauti sono consapevoli che la loro stessa esperienza in Rete è limitata, limitante e soggetta a forme diverse di filtraggio. Le attività che hanno come conseguenza la formazione delle bolle di filtraggio sono numerose e non sempre facilmente identificabili: la maggior parte dei siti web conserva cookies e dati di navigazione dei propri utenti in modo da offrire loro un’esperienza quanto più personalizzata possibile; lo stesso fanno i social grazie ad algoritmi – nella maggior parte dei casi non completamente resi noti – che tengono conto delle preferenze direttamente espresse dagli iscritti o delle loro interazioni più frequenti e a chiunque sarà capitato di trovare consigli personalizzati in base agli acquisti già fatti o alle notizie già lette sugli eCommerce oppure sui siti di giornali e blog di informazione.
Flame
Opinione o critica capace di scatenare reazioni polemiche, distribuita via e-mail o pubblicata su un gruppo di discussione o un message board.
Follower
Nel suo significato letterale è qualcuno che ha un grande interesse per qualcosa o che supporta, crede o ammira un particolare personaggio o una particolare idea. Si tratta di seguaci, vale a dire di persone che scelgono di visualizzare i contenuti di un profilo di un altro utente. Divenendo follower possono essere aggiornati costantemente sui nuovi contenuti pubblicati dai profili che seguono.
Furto d’identità
Al fianco dell’identità personale, si sono create le identità digitali che possono essere oggetto di furto. Utilizzando procedimenti di social engineering (arte di manipolare la persona per ottenere informazioni), le vittime vengono indotte ad eseguire azioni finalizzate al furto delle credenziali di accesso oppure all’ottenimento delle informazioni e dei dati di natura personale da utilizzare per l’accesso a sistemi informatici, sostituendosi, di fatto, alla vittima.
Gif
Acronimo di Graphics Interchange Format. Si tratta di un formato per presentare e supportare le immagini nelle pagine web; è usato soprattutto per icone, banner, grafici, immagini non fotografiche; supporta anche l’animazione di queste immagini.
Google CV
Si chiama anche Serp, Search Engine Results Page ed è la prima pagina di risultati che appare su Google quando si digita il proprio nome e cognome.
È il motore di ricerca più utilizzato al mondo. Indicizza i contenuti dei siti internet e li restituisce, ordinati secondo un algoritmo, in funzione delle keyword di ricerca dell’utenza.
Grooming o Adescamento online
Dall’inglese “groom” (curare, prendersi cura), rappresenta una tecnica di manipolazione psicologica che gli adulti potenziali abusanti utilizzano per indurre i bambini o adolescenti a superare le resistenze emotive e instaurare una relazione intima e/o sessualizzata. Gli adulti interessati sessualmente a bambini e adolescenti utilizzano anche gli strumenti (chat, SMS se sta utilizzando il proprio Smartphone o Tablet, social network, ecc.) messi a disposizione dalla Rete per entrare in contatto con loro. Il grooming definisce il percorso attraverso il quale, gradualmente, l’adulto crea una relazione sessualizzata – con il/la bambino/a o adolescente.
Hacker
Solitamente tradotto con ‘pirata informatico’, si riferisce a un esperto di programmazione che, per diversi motivi, si introduce in sistemi informatici altrui aggirandone le protezioni e provocando danni.
Hashtag
La parola è composta da “hash,” che indica il simbolo del cancelletto “#”, e da “tag”, che si può tradurre come etichetta, cartellino, targhetta, codice di identificazione o qualsiasi altra cosa che sia “attaccata” a un’altra per contrassegnarla in modo specifico. La prima volta che è comparso un hashtag è stata durante uno scambio di informazioni tra utenti nella Internet Realy Chat – un protocollo di messaggistica istantanea – dove si è scelto di etichettare delle conversazioni suddividendole per argomenti grazie agli #hashtag, per l’appunto. Il successo dell’hashtag ha raggiunto però i livelli più alti con la nascita del social network Twitter nel 2006. Grazie all’utilizzo degli hashtag su Twitter – e dal 2013 anche su Facebook – si è fatto un po’ d’ordine nell’enorme mole di conversazioni che vengono effettuate ogni giorno. Mettendo infatti un’etichetta sui tweet – i messaggi scambiati su questo social – vengono contrassegnate le parole chiave ed indicizzati tutti i contenuti condivisi. L’hashtag serve quindi a catalogare post diffusi sul web grazie a delle “etichette virtuali”, ma anche ad aiutare a far trovare in poco tempo l’evento che si organizza o il nome della propria attività.
Hate speech (Cfr. anche Fake news, Information disorder e mis-information)
Espressione violenta o discriminatoria nei confronti di altre persone o gruppi di persone. Proprio perché l’hate speech colpisce le persone per le loro caratteristiche e/o condizioni personali, le azioni di contrasto al fenomeno hanno bisogno di adattarsi al contesto e ai fenomeni sociali, economici, politici e tecnologici in corso. Il problema del contrasto ai discorsi d’odio incrocia oggi i dilemmi e le contraddizioni della nascente era digitale. Il Consiglio d’Europa ha inserito i discorsi d’odio all’interno del più vasto problema dell’information disorder, un inquinamento dei contenuti su scala globale che vede intrecciarsi le “patologie” dell’hate speech e delle cosiddette fake news: la disinformazione nascerebbe dall’incontro tra mis-information (diffusione di notizie false ma innocue) e mal-information (notizie vere ma diffuse con l’intenzione di colpire).
HTML
Acronimo di HyperText Markup Language. Consiste nel linguaggio-codice utilizzato per lo sviluppo di pagine Web. Permette di inserire in una stessa pagina testo, immagini e suoni collegabili a loro volta ad altre pagine situate su altri server.
ICT (Information and Communications Technology/Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione)
Insieme dei metodi e delle tecnologie che realizzano i sistemi di trasmissione, ricezione ed elaborazione di informazioni (tecnologie digitali comprese). Le tecnologie riguardano i sistemi integrati di telecomunicazione (linee di comunicazione cablate e senza fili), i computer, le tecnologie audio-video e relativi software, che permettono agli utenti di creare, immagazzinare e scambiare informazioni.
ID
Abbreviazione di “Identificativo”. È un numero assegnato a un utente per accedere a una sezione riservata di un sito Internet o a un servizio per cui ha pagato l’uso.
Igers (Instagramer)
Termine derivante dalla contrazione Instagram (IG) con l’aggiunta di “ers” ad indicare un utente di Instagram. Gli IGers non sono semplici utenti che sfogliano un social, ma piuttosto fotografi amatoriali (e non) che amano condividere i loro scatti per raccontare una storia o la loro vita.
Information-overload
Ricerca compulsiva di informazioni on-line.
Immigrato digitale o Nativo cartaceo o Nativo analogico (nativo digitale)
Il primo a coniare questo termine (Digital Immigrants), insieme a quella di nativo digitale (Digital Natives) è Marc Prensky, per indicare una persona che è cresciuta prima delle tecnologie multimediali e le ha adottate in un secondo tempo. Gli Immigranti digitali (o “nativi analogici”) manifestano un senso di inadeguatezza nell’uso delle nuove tecnologie ma che, con un’assidua frequentazione, possono sviluppare comportamenti da nativi (digitali). Sono quelle persone che hanno un’età anagrafica che gli ha consentito di conoscere e vivere nel mondo «di prima», ma nel contempo sono giovani abbastanza per avere abitato da subito il mondo «di dopo». È una categoria umana ridotta, per ragioni anagrafiche, ma centrale nella costruzione della conoscenza, della cultura e delle elaborazioni relative alla rete: perché ne ha seguito nascita e crescita avendo già gli strumenti per capirla e discuterla, e il metro per tenerla in relazione con il mondo «di prima». La distinzione tra nativi digitali e immigrati digitali è di tipo generazionale: i nativi sono immersi nel digitale sin dalla nascita (per loro è la norma), mentre gli immigrati (per alcuni, gli “ibridi” o i “coloni”) hanno dovuto adottare le tecnologie e adattarsi pian piano, in età avanzata (hanno quindi imparato col tempo ad abitare la rete).
Influencer
Individuo che è in grado di influenzare in modo rilevante le opinioni e gli atteggiamenti degli altri in ragione della sua reputazione e autorevolezza rispetto a determinate tematiche o aree di interesse. In questa accezione, la figura dell’influente coincide con quella del leader d’opinione (Opinion leader). Con l’affermarsi di Internet e, soprattutto, del Web 2.0,il termine influencer ha cominciato a essere usato con una diversa accezione, per indicare colui che, avendo un ampio seguito di pubblico, è in grado di raggiungere con i suoi messaggi un numero potenzialmente alto di individui, creando così i presupposti per una propagazione su larga scala dei messaggi medesimi attraverso il passaparola. Si tratta solitamente di individui che posseggono un grado di conoscenza elevato relativamente ad alcuni prodotti o che comunque li utilizzano abitualmente, tanto che le loro opinioni arrivano a influenzare quelle di altri consumatori orientandone le scelte. Proprio per il ruolo determinante che gli influencer svolgono all’interno dei processi comunicativi, essi vengono spesso utilizzati dalle aziende per pubblicizzare prodotti o brand che rientrano nella loro sfera di influenza. Si parla a tal proposito di influencer marketing o influence marketing.
Information disorder (Fake news e Misinformazione)
Creazione di notizie false, una vera e propria fabbricazione di notizie.
Instagram è un’applicazione mobile sviluppata da Kevin Systrom e Mike Krieger e lanciata sul mercato nel 2010; l’app è dedicata a contenuti visual, dalle immagini ai video, alle storie, ed è classificata come social network per le sue caratteristiche di interazione tra gli utenti grazie a like, commenti e visualizzazioni. Il nome Instagram è dato dall’unione di due termini: Instant Camera e Telegram (telegramma); è un nome “smart”, facile da ricordare e che racchiude il concetto di immagine veloce e pubblicata sul momento.
Instagramer
Neologismo con il quale si identificano tutti gli utenti di Instagram che pubblicano le loro foto: questi vengono chiamati anche iPhoneographers, cioè “fotografi istantanei mobile”.
Instant messaging
Metodo per comunicare in tempo reale, faccia a faccia o in gruppi attraverso Internet. Gli utenti assemblano delle “buddy list” che riflettono la disponibilità (chiamata “presence”) delle persone con cui comunicano.
Internet
Rete di elaboratori a estensione mondiale, mediante la quale le informazioni contenute in ciascun calcolatore possono essere messe a disposizione di altri utenti che possono accedere alla rete in qualsiasi località del mondo. Rappresenta uno dei più potenti mezzi di raccolta e diffusione dell’informazione su scala globale. Ciascun calcolatore può essere connesso alla rete mediante una varietà di mezzi (fibre ottiche, cavi coassiali, collegamenti satellitari, doppino telefonico), anche se più spesso comunica con una rete locale (per es., la rete locale aziendale), che a sua volta è connessa a Internet (di cui costituisce una sottorete); le organizzazioni che offrono servizi Internet sono detti ISP (Internet service provider).
Intranet
Network basato su protocolli TCP/IP di proprietà di un’organizzazione, solitamente una corporation, accessibile solamente dai membri dell’organizzazione, dagli impiegati o da persone fornite di autorizzazione.
Like
Il Like su Facebook è nato nel febbraio del 2009 per far che gli utenti potessero interagire con una reazione di gradimento ad una foto oppure ad una frase scritta da un parente o da un amico. Si contraddistingue da una manina con il pollice in su. Avere tanti Like vuol dire essere apprezzati come persone ma anche come aziende: le pagine di prodotti e servizi che hanno tanti Like sono maggiormente conosciute ed è più facile che diffondano a un largo pubblico i loro prodotti ed i loro servizi.
Link o hyperlink
Abbreviazione di hyperlink; si tratta di un collegamento ipertestuale, una connessione “cliccabile” tra due siti web.
Login
Identificazione o nome utilizzato per accedere a un computer, network o sito.
Mailing list
Strumento Internet che si avvale di un elenco di nominativi di persone fisiche o società cui recapitare per posta elettronica messaggi e comunicazioni, ma anche materiale promozionale o una proposta di vendita.
Meme
Citazione esplicita di una persona in un post. In questo modo la persona menzionata riceverà una notifica della menzione e, se vorrà, potrà interagire.
Menzione
Identificazione o nome utilizzato per accedere a un computer, network o sito.
Microblogging
Forma di pubblicazione costante in rete, di contenuti brevi che possono essere, per esempio, testo, immagini, video, audio. Twitter è un esempio non solo di social network, ma anche di sistema di microblogging.
Misinformazione
Diffusione involontaria di notizie false che vengono diffuse senza dolo, o per leggerezza o per mancanza di verifica delle fonti.
Motore di ricerca
Sistema software disegnato per cercare, classificare e organizzare informazioni nel Web, restituendole all’utente in ordine di rilevanza per determinate parole chiave (Es: Google, Yahoo).
Myspace
Rete sociale virtuale (social network) creata nel 2003 dagli statunitensi T. Anderson e C. DeWolfe. Offre ai suoi utenti la possibilità di mettere on-line profili personali, blog, fotografie, musica e video, e di entrare in contatto con altri utenti, con cui condividere informazioni e interessi. La sua fortuna ha iniziato a declinare già nel 2004 quando altri social network (Facebook, Twitter) si sono imposti grazie a una maggiore velocità di navigazione.
Muser
Sono gli utilizzatori di Musical.ly, App di karaoke, un social musicale che permette di girare mini clip musicali in lip-sync. Nata da un’idea del cinese Alex Zhu, Musical.ly permette di condividere video nei quali si mimano le canzoni con un karaoke muto, con la possibilità di aggiungere filtri ed effetti speciali. Le caratteristiche principali di Musical.ly includono commedia, talento (canto, ballo, magia ecc.), moda e bellezza.
Nativo digitale (immigrato digitale)
Il termine è stato utilizzato la prima volta nell’articolo “Digital Natives, Digital Immigrants” del 2001, dove Marc Prensky identifica con tale termine coloro che fin dalla nascita hanno vissuto a contatto con i mezzi di comunicazione digitali, i social networks, blog, ma anche tablet, smartphone e computer. All’interno dello studio Prensky attribuisce l’appellativo Nativi Digitali ai ragazzi nati dopo il 1985. Tale data è stata scelta dallo scrittore in quanto è l’anno che segna il passaggio cruciale dovuto alla diffusione di massa dei computer e soprattutto dei primi sistemi che prevedevano un’interazione grafica con il computer. Tutte le persone nate prima di questa data sono definiti “immigrati digitali” cioè persone che si sono approcciate al “linguaggio digitale” soltanto in una fase successiva della loro vita.
Net-compulsions
Comportamenti compulsivi messi in atto tramite Internet, ovvero gioco d’azzardo, commercio in rete, partecipazione ad aste on-line. Frequenti sono i gravi problemi finanziari per le persone affette da questi tipi di dipendenze.
Netiquette
Termine utilizzato per descrivere le regole di condotta informali (“Ciò che si può e ciò che non si può fare”) da tenere online.
Newsgroup
Bacheca elettronica dedicata alla discussione su uno specifico argomento e aperta a chiunque. Solo poche newsgroup permettono di postare pubblicità.
Newsletter
Sistema di comunicazione periodica effettuato attraverso l’utilizzo delle e-mail. L’invio della mail viene programmato verso quegli utenti che hanno manifestato la propria disponibilità alla ricezione delle mail attraverso l’iscrizione alla Mailing List. Le mail hanno contenuto informativo riguardo ad argomenti specifici e molto spesso contenuto promozionale.
Notifica
Avviso per l’utente dell’arrivo di un messaggio o di un’interazione con i propri contenuti.
On the record
Cosa detta pubblicamente in un contesto ufficiale.
Onlife
Convergenza pervasiva tra fisico e digitale, online e real life: tale pervasività stravolge la vita di tutti, sia in termini di percezione sia di comunicazione e relazione. La dimensione onlife espande lo spazio vitale e rendendolo elastico, intervenendo in tutte le fasi del quotidiano. È una dimensione che le nuove generazioni, i cosiddetti nativi digitali, riescono a vivere con una certa naturalezza. Tra il tempo online e quello offline non c’è una divisone netta, ma si passa continuamente da una dimensione all’altra. Un tempo che dunque diventa fluido e sbiadisce i confini tra tempo libero e lavorativo. Questa contaminazione ha delle inevitabili e forti ripercussioni sulle relazioni, da quelle sentimentali a quelle lavorative.
Oversharing
Abitudine a postare e condividere tramite social network tutto ciò che capita.
Parental control
Letteralmente «controllo genitoriale», è il sistema che permette di monitorare, limitare o bloccare l’accesso a determinate attività da parte del bambino (es. siti pornografici, immagini/video violenti o pagine con parole chiave) e anche di impostare il tempo di utilizzo dei dispositivi. Il filtraggio effettuato dai parental control è un sistema di tipologia automatica/meccanica, è importante quindi comprendere che non potrà sostituire i genitori nella supervisione del proprio figlio. I sistemi di parental control gestiscono dunque prevalentemente due aspetti: quello qualitativo (cosa posso o non posso fare in base alla tipologia, come per esempio sito, canale televisivo) e quello quantitativo (quanto posso disporre di un determinato mezzo, come per esempio le ore di TV o computer consentite).
Pedopornografia online
Reato che consiste nel produrre, divulgare, diffondere e pubblicizzare, anche per via telematica, immagini o video ritraenti persone minorenni coinvolte in comportamenti sessualmente espliciti, concrete o simulate o qualsiasi rappresentazione degli organi sessuali a fini soprattutto sessuali. Il reato viene commesso da adulti, anche attraverso l’uso di identità false.
Phishing (furto d’identità)
Attività attraverso la quale si può procedere al furto dell’identità digitale. Con tale attività, un soggetto cerca di appropriarsi di informazioni come numeri di carte di credito, informazioni relative ad account, password o altre informazioni di natura personale, convincendo l’utente a fornirle mediante falsi pretesti, come ad esempio l’invio di posta che sembra provenire da siti web noti o fidati come il sito della propria banca o della società di emissione della carta di credito. Il phishing è il cyber attacco più utilizzato perché è quello più economico e più efficace, basta che l’utente “si fidi” ed inserisca i dati.
Piattaforma
Il termine fa riferimento a una unità hardware, a un prodotto software, o talvolta ad un mix di componenti hardware e software.
Bacheca virtuale ad alto impatto visivo che consente di fare un «pin» (appuntare con uno spillo), ovvero raccogliere le immagini dal Web in un singolo posto: il profilo Pinterest. Alle immagini si possono aggiungere delle descrizioni che aiuteranno a ricordare perché si è fatto «pin», cioè perché si è voluto «appuntare» proprio quelle immagini.
Pop – up
Finestra virtuale che compare graficamente collocata davanti alla pagina visitata dall’utente per attirarne l’attenzione.
Post
Frase, stringa di testo, immagine o video che un utente pubblica a proprio nome (o avatar) all’interno di un social network. I post possono contenere anche immagini, video o icone.
Posting
Partecipazione a una bacheca, un blog o un altro forum online categorizzato cronologicamente.
Reputazione on line o digitale o web reputation
Ciò che viene attribuito alla persona da chi, per qualunque motivo, entra in contatto con lei nella Rete, e nasce non solo da quello che si fa ma anche dal modo in cui lo si comunica. Restano le tracce della produzione scritta “sul proprio conto” in un blog, all’interno di un forum o nella discussione dentro a un gruppo social network come Linkedin o Facebook. Ogni settore è toccato dalle conseguenze del monitoraggio della propria posizione online (può trattarsi per esempio di personaggi popolari, come politici o influencer della moda o del turismo).
Reskilling
Riaggiornamento costante delle proprie competenze.
Screenshot
Deriva da due termini inglesi, “screen” che significa schermo e “shot” che significa scatto fotografico. È la fotografia istantanea dello schermo di un computer o di uno smartphone. Serve per avere la documentazione di un’attività fatta, per catturare immagini da internet, o svolgere alcune attività lavorative.
Selfie
Autoscatto, realizzato con una fotocamera digitale, tablet o telefono cellulare. Secondo l’accezione moderna, il termine è strettamente correlato alla pubblicazione di autoscatti sui social network, quali Instagram, Facebook e Twitter, e si riferisce in particolare a quelle foto scattate tenendo la fotocamera a braccio teso o rivolta verso uno specchio ad inquadrare il soggetto, inevitabilmente presente nella foto, da solo o in compagnia. Solitamente l’obiettivo inquadra quindi il viso, un dettaglio che vuole essere valorizzato, una particolare espressione del volto, ad esempio le tipiche “duck face” o “kiss face”, con uno sfondo o inquadratura originale in secondo piano.
Sex extortion
Si utilizzano informazioni, foto o video compromettenti minacciando di pubblicarle o comunicarle al fine di ottenere favori sessuali o semplicemente denaro. Si tratta di una vera e propria sesso-estorsione.
Sexting
Scambio di immagini o video – in particolare via smartphone o chat di social network – che ritraggono persone minorenni nude, seminude o in atteggiamenti sessuali.
Sharenting
Scambio di immagini o video – in particolare via smartphone o chat di social network – che ritraggono persone minorenni nude, seminude o in atteggiamenti sessuali.
Shitstorm
Letteralmente “shit”, cioè merda, e “storm”, tempesta, quindi “tempesta di escrementi”, e viene usato per descrivere una situazione in cui qualcuno subisce una tempesta di insulti e critiche feroci nei confronti di una persona, un gruppo o un’azienda sui profili social, blog o altre piattaforme online che offrono la possibilità di inserire un commento. Che si tratti di uno shitstorm vero e proprio o solo di un aumento significativo di commenti negativi, l’entità del fenomeno la si stabilisce dai suoi caratteri in ascesa e dalla scelta di parole fortemente emotive e, in parte, anche aggressive o offensive. Se lo shitstorm si indirizza a persone celebri o privati cittadini, il fenomeno si può unire a quelli del cyber mobbing, a diverse forme di diffamazione, a molestie o a coercizione di persona. Se si esprime verbalmente odio con lo scopo di sminuire o umiliare, esercitando una sorta di “lapidazione digitale”, i singoli commenti di uno shitstorm possono essere considerati come hate speech e assumere rilevanza penale.
Social network
Piattaforme web che rendono possibile la creazione di una rete sociale online, consentendo la condivisione di contenuti testuali, immagini, video e audio e l’interazione tra chi fa parte della rete. Per entrare a far parte di un Sociale Network occorre creare un proprio profilo personale, inserendo informazioni di contatto, ma anche relative a interessi personali, amicizie ed esperienze di studio o di lavoro. È possibile poi allargare la propria rete sociale invitando gli amici e i collaboratori a farne parte, e cercare nella rete persone con interessi affini o con le competenze necessarie per risolvere un certo problema, e condividere con queste persone qualsiasi tipo di informazione. Tra i Social Network più diffusi e popolari vi sono Facebook, Instagram (popolare soprattutto fra gli adolescenti, ma in forte diffusione anche fra gli adulti), Twitter, e LinkedIn (che si occupa delle reti di contatti professionali).
Splitinternet o Cyberbalkanization (o balcanizzazione di Internet)
Esistenza di diversi gruppi di individui con posizioni e credenze simili che vanno a formare delle community online facilmente individuabili e coerenti.
Tag
Termini, parole singole o composte, associati ad un determinato elemento per classificarne il contenuto. È consigliabile assegnare uno o più tag ai post per facilitare la definizione gli argomenti trattati nello stesso.
Tagline
Frase breve che si trova sotto al logo del blog o del sito. Deve spiegare, far capire al visitatore cosa troverà nelle pagine web, cosa potrà leggere nei contenuti. Quindi la tagline è un micro-contenuto che si trova sotto al nome e che dà il benvenuto al pubblico. Il suo compito è dare indicazioni chiare, immediate, persuasive ma al tempo stesso veritiere.
Texting
Invio di testi scritti tramite chat.
Trendingtopic
Dal verbo “trend”, “tendere” nel senso di “volgersi in una direzione”. Sui social media gli argomenti che in uno specifico momento godono di maggiore popolarità si chiamano trending topics, in forma abbreviata TT (in italiano “Tendenze”). Con questo termine di indicano in maniera specifica le tendenze più popolari su Twitter nel preciso istante in cui esse sono visualizzate dall’utente. Possono essere un hashtag, una semplice parola oppure una frase breve e sono consultabili sia nell’app mobile che nella versione desktop: nel primo caso i Trending Topic di Twitter sono elencati nella scheda “Esplora”, mentre sul pc vengono mostrati in diverse aree, come per esempio la cronologia principale e i risultati di ricerca. I trend su Twitter sono stabiliti da un algoritmo e il numero di tweet rappresenta solo uno dei fattori presi in considerazione. L’algoritmo raggruppa le tendenze e gli hashtag correlati allo stesso argomento e impedisce che determinati contenuti, come per esempio quelli volgari, diventino di tendenza. Per impostazione predefinita, i Trending Topic di Twitter sono personalizzati sulla base delle persone seguite, degli interessi e della posizione dell’utente. È possibile, però, anche selezionare una località specifica per visualizzare le Tendenze relative a quella precisa area geografica. Cliccando o toccando un Trending Topic, l’utente può consultare la pagina dei risultati di ricerca relativi a quella Tendenza, con i tweet che includono l’hashtag, la parola o la frase in questione. Accanto alle Tendenze organiche, inoltre, è possibile vedere anche le Tendenze Sponsorizzate, cioè quelle pagate dagli inserzionisti attraverso la piattaforma di advertising di Twitter. Esse appaiono all’inizio della lista degli argomenti “caldi” e sono contrassegnate esplicitamente come sponsorizzate. Gli utenti interagiscono con queste Tendenze nello stesso modo di quelle tradizionali.
Troll
Neologismo indicante un soggetto che interagisce con gli altri attraverso messaggi provocatori, urtanti, fuori tema, talvolta senza senso o messaggi errati. Un troll deliberatamente sceglie di comportarsi in maniera fastidiosa e provocatoria al fine di alimentare reazioni sgradevoli nella comunità virtuale nella quale agisce. Trollare è l’azione o le azioni che compie al fine di creare uno stato di malessere generalizzato. L’obiettivo del Troll è quello di sbeffeggiare, prendersi gioco di qualcuno pubblicamente sui social o altri media, umiliare gli altri per sentirsi importanti. Spesso la finalità del Troll è quella di ottenere un premio (Like, Mi Piace e affini) che lo facciano sentire grande, stimato, che gli diano cioè potere.
Tweet
Letteralmente significa cinguettio, ed è il nome dei messaggi che si condividono su twitter.
Sito internet che fornisce un servizio gratuito di social network e microblogging. Gli iscritti possono inviare messaggi di testo lunghi al massimo 140 battute, dal 2017 280 battute. Il nome deriva dal verbo inglese to tweet, che significa «cinguettare». Il logo del sito è un uccellino. Il primo prototipo venne creato a San Francisco nel marzo 2006 da Jack Dorsey, Evan Williams e Biz Stone e fu utilizzato come servizio di comunicazione interna per i dipendenti del sito internet Odeo.com. La versione aperta al pubblico fu lanciata il 15 luglio dello stesso anno. Per utilizzare Twitter è necessaria una registrazione. I messaggi sono pubblici, cioè visibili da tutti gli internauti. Gli iscritti possono aggiornare il proprio profilo tramite il sito stesso oppure via sms, con programmi di messaggistica, e-mail o applicazioni ad hoc. La grafica è spartana, ma all’utente è permessa la personalizzazione dello sfondo della pagina. Gli iscritti a Twitter sono singoli internauti, ma anche aziende, associazioni, gruppi, partiti politici. I tweet dell’utente vengono visualizzati da chi ha scelto di seguirlo (follow). Tuttavia un motore di ricerca interno al sito permette di navigare per parole chiave e di aggiungere nuovi internauti alla propria lista di contatti.
Virale
Contenuto che si diffonde molto rapidamente tramite i nuovi mezzi di comunicazione. Il termine virale proviene dalla parola “virus” perché il messaggio, analogamente alla diffusione esponenziale di un virus, viene trasmesso espandendosi molto velocemente, da persona a persona, tramite il principio del passaparola o attraverso i new media. Cioè che rende virale un contenuto sono senza dubbio il forte grado di coinvolgimento che porta con sé e la capacità di “attecchire” in una o più comunità virtuali, le quali sono in grado di trasmetterlo in modo veloce e, soprattutto, gratuito. Il contenuto trasmesso può avere diverse forme: dal classico video, si passa all’advertising ai giochi online, alla semplice foto o messaggio postato sui social network, siti web e software: tali contenuti, se giudicati particolarmente interessanti, scherzosi e di tendenza, vengono condivisi, copiati e linkati dagli utenti sui loro spazi online.
Virtuale
Ciò che esiste solo in potenza; che non è o non è stato ancora posto in atto. La Realtà Virtuale è un ambiente esclusivamente digitale creato da uno o più computer che simula la realtà effettiva e la ricrea in modo non tangibile e che viene veicolato ai nostri sensi mediante delle console che consentono una interazione in tempo reale con tutto ciò che viene prodotto all’interno di tale mondo; questo scambio di dati è permesso da dispositivi informatici, per la maggior parte visori per la vista, guanti per il tatto ed auricolari per l’udito, e consentono una immersione completa nella simulazione creata in modo tridimensionale e dinamico accedendo a tutta una serie preordinata di contenuti che vengono esplorati in modo da costruire un vero e proprio mondo parallelo verosimile.
Web
Dall’inglese ragnatela, il termine web rappresenta una rete fitta e ricca di connessioni. In informatica si utilizza il termine web per abbreviare la formula World Wide Web che rappresenta la rete internet mondiale.
Webete
Neologismo coniato negli anni Novanta per indicare colui che limitava alla navigazione sul Web la propria esperienza online e ignorava l’esistenza di servizi come le IRC, la Usenet, oppure telnet o SSH per i più tecnici. Nei casi gravi di Webetismo si arrivava addirittura a non considerare la posta elettronica come parte dell’esperienza d’uso di Internet. Con l’intervento del giornalista Enrico Mentana nel 2016, il Webete è diventato il razzista, intollerante e becero, con un dispositivo connesso a disposizione, un account sui social e una tastiera con cui sputare odio e deturpare la lingua italiana.
Applicazione di messaggistica istantanea – attualmente gratuita – che permette ai suoi utenti di scambiare messaggi sia di testo che multimediali (come foto, video, note audio e documenti). L’applicazione funziona su smartphone e su pc, e per utilizzarla basta una connessione a Internet. A differenza degli SMS, WhatsApp non ha nessun costo per i messaggi inviati. Il suo funzionamento è simile a quello di altre applicazioni di chat, come Facebook Messenger. A differenza di questa, però, l’applicazione viene associata al numero di telefono dell’utente. Per inviare e ricevere messaggi, è sufficiente avere il numero della persona che vuoi contattare salvato nella rubrica del telefono. Inoltre, è necessario che l’applicazione sia installata sia sul telefono del mittente che del destinatario. WhatsApp può essere utilizzato o attraverso la connessione dati del telefonino o attraverso una rete Wi-Fi.
Youtube
Social network, di proprietà di Google, per la diffusione di video. Questo social network basato sui contenuti video dà la possibilità di caricare video, e di guardare ciò che gli altri hanno messo online. All’interno del sito ci sono raccolte e playlist di video.